Torna a Rimini dal 17 al 21 aprile Supernova, rassegna di arti performative con la direzione artistica di Motus affiancati in quest’edizione da Paola Granato. Questo secondo movimento – realizzato anche quest’anno in collaborazione con il Comune di Rimini e l’Associazione Santarcangelo dei Teatri e con il sostegno della Regione Emilia-Romagna – si connota come spazio di intersezione fra linguaggi eterogenei portando nella città alcune delle voci più interessanti del panorama artistico della scena performativa nazionale e internazionale.
A muovere il lavoro curatoriale di Motus un doppio filo: da una parte, quello di fare un affondo capillare sulla città moltiplicando i luoghi che sarà possibile attraversare durante la Rassegna. Se il Teatro Galli resterà il cuore pulsante e centrale per Supernova, si andranno ad abitare altri luoghi chiave della città, attivando così collaborazioni con diverse realtà del territorio: dal Museo della Città al quartiere di Borgo Marina; da Casa Madiba alla zona del Porto, con il coinvolgimento dello storico club Rockisland.
È infatti il mare altro fil rouge delle tematiche di Supernova. Una suggestione che è diventata motivo di riflessione su un presente sempre più oscuro che ci porta a temere fortemente per il futuro. Venti di guerra e tanti esseri umani uccisi dalle cieche politiche europee che lasciano annegare persone indifese nel Mediterraneo. Uno spazio di riflessione e di denuncia che vuole aprire alla questione mediterranea come lente cruciale per capire molti dei processi socio-politici del presente. Il Mediterraneo, come archivio, secondo la visione di Ian Chambers e Marta Cariello, che ne parlano come luogo di un presente che non si può nascondere perché restituisce sempre tutto. Restituisce i morti, restituisce gli oggetti estranei che per incuria o per offesa vi si lasciano cadere. Li restituisce, però, quasi sempre altrove, su un’altra riva, a volte molto lontano.
“Il mare, quindi, come luogo delle memorie e dello scorrere del tempo, matrice acquatica che tutto lava, trasforma, scava, eradica e trapianta. Lo sguardo è rivolto a coloro che non ci sono più e, anche, al connubio tra vita e morte, tra il qui e ora e l’altrove. Senza paura di prendere parola e tenere viva la memoria: da questa tensione a non tacere, emerge la bocca/cuore spalancata del manifesto di questa edizione.
Desideriamo che alcune cose non succedano mai più, ma la Storia o, meglio, la violenza e l’intolleranza continuano a ripetersi in modo pianificato e sostenuto da nuove tecnologie belliche”, affermano Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande (Motus), nel raccontare la genesi del progetto 2024. E ancora: “È da poco trascorsa la commemorazione della strage di Cutro e le 94 vittime aspettano ancora giustizia. La nostra “democrazia” è naufragata con loro e il governo continua a criminalizzare i migranti e a inasprire la persecuzione delle ONG (e non solo). Vogliamo che Supernova sia una festa, ma anche spazio di pensiero, confronto e denuncia su temi che non possono continuare a essere ignorati da noi artist3.”
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