La recente decisione di far pagare l'1 per mille di TASI alle attività, oltre al 9,6 di IMU che stanno già versando le imprese al comune di San Clemente, non le aiuta certo a resistere alla crisi in atto, che oltre alla pressione fiscale ormai insostenibile, devono fare i conti con la mancanza di liquidità, di credito bancario ma soprattutto del peso della burocrazia delle tante troppe scadenze fiscali.
Ci eravamo espressi con favore quando nel febbraio scorso il comune di San Clemente scelse di salvaguardare dalla TASI proprio le attività industriali, artigianali e del commercio, un'attenzione che coglieva nel segno e che ci aveva fatto sperare che si cominciava a capire che il lavoro lo creano le imprese e che continuare a battere cassa su di esse è sbagliato.
Con la decisione dell'altra sera, di introdurre l'1 per mille di TASI anche alle attività si è di fatto tornati alla vecchia ed insostenibile prassi che per fare quadrare i conti si usano le attività come bancomat.
Anche in occasione dei recenti incontri con i candidati avevamo chiesto ed anche ottenuto l'impegno a non aumentare le tasse, impegno che registriamo oggi ampiamente disatteso.
Possiamo anche capire lo stato di necessità delle casse comunali, ma per il fabbisogno ulteriore di 91.000 euro si doveva agire ancora più decisamente sul versante della taglio spesa, specie quella di funzionamento o magari differenziando il prelievo fra immobili strumentali, sfitti o produttivi di rendita fondiaria.
Paradossalmente con questa decisione pagheranno la stessa ulteriore tassa chi ha un immobile in cui lavora e produce ricchezza, chi l'ha sfitto o chi riscuote un affitto.
Si poteva anche agire con più determinazione sull'abitazione principale, utilizzando anche qui le deduzioni previste dalla legge e salvaguardare le famiglie a basso reddito.
Ma di tutto questo non si è riusciti a discutere con l'amministrazione comunale di San Clemente in quanto è mancato il confronto tante volte chiesto.
Purtroppo non ci sono più i tempi per intervenire, chiediamo però da subito di modificare questo atteggiamento di oppressione verso le imprese e di ripristinare quanto prima un confronto più costruttivo sulle politiche economiche e di bilancio, perché già dal prossimo anno ci sia una radicale inversione di tendenza con l'obiettivo di abbassare anche la tassazione locale.
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