Con una lettera unitaria ai Ministri Urso, Giorgetti, Calderone e Pichetto Fratin, CNA Federmoda e Confartigianato Moda pongono all’attenzione del Governo la difficoltà che sta attraversando il sistema moda italiano.

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Una situazione che a partire da metà dello scorso anno, sta investendo sempre maggiormente i produttori italiani nei diversi comparti. Uno stato di difficoltà che rischia di compromettere definitivamente le filiere produttive del tessile abbigliamento, pelle, cuoio e calzature oggi vanto e fondamentale valore aggiunto del Made in Italy. Gli ultimi anni hanno sottoposto il settore a rilevanti sfide che hanno creato le condizioni per infrangere una struttura consolidata quale quella delle filiere afferenti al sistema moda nazionale,

Un sistema imprenditoriale che forte delle sue circa 60.000 imprese manifatturiere e degli oltre 600.000 addetti rappresenta un valore economico e sociale di primaria rilevanza per il Paese. Un settore che fino ad oggi ha garantito coesione sociale e saldi commerciali utili a pagare la bolletta energetica nazionale.

Il periodo pandemico, dal quale con forte resilienza il settore era uscito è stato seguito da uno scenario che ha visto prima l’avvio della guerra russo-ucraina, poi il conflitto in corso a Gaza e più recentemente le problematiche legate al Mar Rosso. Questo scenario internazionale ha portato a sostanziali processi di cambiamento che nei fatti stanno gravando sulla spesa dei consumatori ed inevitabilmente si riverberano sul settore da noi rappresentato.

Un settore che inoltre è chiamato ad affrontare nuove sfide legate alle misure europee e nazionali inerenti tematiche complesse quali la Strategia tessile europea, l’ecodesign, la raccolta differenziate e altro ancora.

La situazione vede a livello nazionale importanti fermi produttivi, crescente ricorso agli ammortizzatori sociali, mancanza di segnali che possano prevedere una ripresa in tempi brevi e comunque tesi a trasmettere grande incertezza.

“Il Governo e il Parlamento, nel corso delle diverse legislature si sono adoperati per sostenere tanti settori. Non possiamo dire altrettanto per la moda, nonostante questa spesso viene utilizzata come vanto della Nazione ed Ambasciatrice dell’Italia nel mondo” – puntualizzano le due Associazioni.

CNA Federmoda e Confartigianato Moda evidenziano come si sia di fronte alla necessità di un Piano straordinario di supporto alle imprese del sistema moda italiano che preveda l’attivazione di strumenti immediati quali:

  •  moratoria su finanziamenti garantiti ottenuti dalle imprese del settore a partire dal 2020 quali ad esempio i prestiti SACE, sospensione straordinaria su linee di credito in conto corrente, finanziamenti per anticipi su titoli di credito, scadenze di prestiti a breve e rate di prestiti e canoni in scadenza a cui le aziende hanno avuto accesso a seguito della pandemia COVID 19 (misure che erano state predisposte per l’opportuna ripartenza)
  • estensione straordinaria della possibilità di ricorrere alla cassa integrazione e definizione di ammortizzatori sociali ad hoc per le imprese artigiane e PMI del settore;
  • contributo a copertura totale per un primo modulo espositivo per la partecipazione a manifestazioni in Italia ed all’estero con qualifica di fiera internazionale a favore delle imprese artigiane e PMI del settore moda (tessile, abbigliamento, pelletteria, pellicceria, calzature, occhialeria e componenti per la realizzazione delle collezioni) almeno per tutto l’anno 2024 e per il primo semestre 2025.

    A seguire si ritiene opportuno prevedere la strutturazione di un impianto dedicato allo sviluppo che preveda tra le altre azioni:

  • definizione di una misura che agevoli l’inserimento nel settore di nuova tecnologia e strumenti digitali accompagnando tale inserimento con percorsi formativi ad hoc, sostegno per investimenti nella realizzazione dei campionari e promozione anche tramite strumenti digitali;
  • progettare azioni di supporto alle filiere presenti nei distretti moda, intesi in senso lato, partendo dalla messa a disposizione di strumenti finanziari tesi ad agevolare le aggregazioni d’imprese in forme varie;
  • azioni di comunicazione verso le giovani generazioni per stimolare l’acquisto di prodotti made in Italy favorendo anche le produzioni attente a sviluppare percorsi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale e agevolazioni per l’acquisto di prodotti italiani.

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