Il sostegno alla “No tax area” non nasce per avere visibilità bensì per dare opportunità alle nuove aziende in modo concreto. È sempre quello il piano su cui ci confrontiamo, nell’interesse di chi fa impresa.
La “No tax area”, non essendo decollata in questi anni nel Comune di Rimini, in sede di nuova programmazione ci ha visti da subito come CNA sottolineare come i paletti posti dall’Amministrazione rispetto i requisiti obbligatori siano stati troppo restrittivi. Prendendo spunto dai bandi dei comuni vicini, avevamo avanzato alcune osservazioni nel merito.
Nello specifico si richiedeva di indirizzare l’azione superando il concetto di no tax area e trasformandolo invece in un sostegno più generale legato ai costi di avvio per le nuove aziende: le spese di inquadramento e costituzione, l’attivazione dei locali (spese allaccio utenze, adeguamenti logistici e arredi), una quota riferita al canone di affitto del primo anno oltre all’acquisto di attrezzature e macchinari. Proposte concrete per dare gamba alle imprese, non certo per guadagnare spazio in rassegna stampa.
Sempre per fare crescere le adesioni e l’incisività dell’intervento come CNA abbiamo spinto per la modifica e l’alleggerimento dei requisiti obbligatori, trattandoli non come obblighi, quindi non come causa di esclusione, ma come maggior punteggio, chiedendo poi la possibilità di estensione al bando ad alcune categorie che non erano comprese nelle precedenti edizioni.
Solo una parte delle nostre osservazioni sono state recepite ed evidentemente gli obblighi del bando risultano ancora troppo selettivi.
Il presupposto della no tax area è quello di aiutare le imprese con un sostegno economico nella fase di avvio dell’attività, attraverso uno sgravio delle imposte comunali pagate, ma per farlo serve comprendere fino in fondo quali siano le esigenze in campo e chi siano i protagonisti del provvedimento.
Le micro e piccole imprese generalmente sono costituite unicamente dal titolare, almeno nella fase di avvio. Difficilmente affrontano imposte comunali come occupazione suolo pubblico o imposta pubblicitaria, perché spesso, per necessità, partono con il minimo sforzo economico possibile, soprattutto in questo momento di difficoltà.
Gli uffici CNA gestiscono ogni anno decine di pratiche per l’avvio di impresa ma tra tutte, anche quest’anno, solamente due avevano i requisiti per poter accedere al fondo.
Ci auguriamo che l’Amministrazione faccia propri i nostri suggerimenti, sintesi dell’ascolto di chi rappresenta l’impresa, per far decollare questa valida opportunità. Questo è il nostro ruolo, non altri.
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