La crisi economica “è un grande momento per l’integrazione – lo ha affermato il Segretario Generale CNA Sergio Silvestrini intervenendo alla presentazione del rapporto sull’imprenditoria straniera, realizzato dalla Fondazione Ethonoland, in collaborazione con i ricercatori del Dossier immigrazione Caritas/Migrantes, e presentato oggi a Roma. “Un Paese come il nostro, nel rispetto delle regole, deve aprirsi a questa sfida. Nel mondo imprenditoriale – ha ancora sottolineato il Segretario Generale CNA – gli immigrati sono “generalmente più colti e hanno anche più voglia di fare e ‘intraprendere’, rispetto ai coetanei italiani. Dobbiamo perciò capire che l’integrazione non è solo un grande valore monetario, ma anche un grande insegnamento. Dalla crisi si uscirà – ha concluso, infine, Silvestrini – ma bisogna lavorare insieme per avere successo”.
I dati del rapporto presentato questa mattina, rilevano che dal 2000 sono 140 mila le aziende nate in Italia dal 2000 ad oggi (circa 20 mila l’anno). Le imprese con immigrati titolari d’impresa sono una ogni 33 (il 2,7% di quelle registrate, il 3,3% di quelle attive) e rispetto al 2003 il loro numero e’ triplicato (dati a giugno 2008). A livello occupazionale la stima è di circa mezzo milione di persone, inoltre un sesto delle imprese è gestito da donne. Lombardia (30 mila) e Emilia Romagna (20 mila) sono quelle che ospitano il maggior numero di queste imprese. Seguono però regioni come Sardegna, Sicilia e Calabria dove gli immigrati hanno uguagliato il tasso di imprenditorialità degli italiani.
Il rapporto ha anche evidenziato che tra le città dove vi sono più imprese gestite da immigrati, spiccano Milano (17.297) e Roma (15.490), mentre l’industria è il settore privilegiato con 83.578 aziende (50,6%); al suo interno primeggia l’edilizia (64.549 aziende) segue il tessile (10.470).
Tra le nazionalità degli stranieri, vi sono: marocchini (in 5 anni sono aumentati del 27,4%), seguono i romeni (61,2%), i cinesi (24,4%), gli albanesi (48,5%). Il rapporto ha anche messo in luce che i cittadini del Marocco preferiscono dedicarsi al commercio (67,5%), la Romania all’edilizia (80% come l’Albania); per i cinesi emerge l’industria manifatturiera (46%) e il commercio (44,6%).
Fonte: CNA INFORMA
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