“Comincia ad essere liquidato alle imprese di autotrasporto il contributo a fondo perduto per l’attraversamento dello Stretto di Messina. È un primo passo positivo, frutto della sollecitazione all’assessore regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, Alessandro Aricò”. Ad annunciarlo è CNA Fita Sicilia. “È chiaro però che la misura – sottolineano i vertici regionali del comparto – dovrà diventare strutturale e le procedure telematiche per presentare le domande di contributo dovranno essere semplificate”. Ci sono poi altri tre punti su cui CNA Fita continuerà a sollecitare la Regione e, in particolare, l’Assessorato di competenza. Il primo si riferisce agli imbarchi. “La priorità va data ai mezzi che trasportano nel Continente le produzioni siciliane, in particolare ortofrutta e prodotti industriali. Accade da tempo che le navi, al momento dell’imbarco – spiegano il presidente Saro Tumino e i funzionari, Daniela Taranto e Giorgio Straquadanio – abbiano diverse postazioni già occupate da semirimorchi, con la conseguenza che spesso, per saturazione dei posti nel bastimento, sono costretti a rimanere a terra e ad aspettare il turno successivo. Tutto questo comporta notevoli ritardi nelle consegne e quindi si penalizzano non solo gli autotrasportatori, ma in primo luogo le nostre produzioni agricole ed industriali.” Altro aspetto da attenzionare riguarda la necessità di rinnovo, attraverso l’istituzione di un contributo in conto capitale, del parco circolante dei mezzi commerciali che, come confermano diverse indagini, è obsoleto. “Per tanto – proseguono da CNA Fita – vorremmo che venissero stabilite delle misure specifiche affinché le imprese, sia del settore merci che trasporto persone possano rimodernare i propri veicoli ed essere in regola soprattutto con le nuove norme ambientali”. Il terzo punto si collega alla questione delle strutture logistiche siciliane. “In particolare vanno rese attive – concludono Tumino, Taranto e Stracquadanio – l’interporto di Catania e l’autoporto di Vittoria, strutture, a oggi, poco funzionali o addirittura, come nel caso dell’opera iblea che è diventata una cattedrale nel deserto, oltre che fortemente vandalizzata. Su questi punti avvieremo un confronto continuo con l’Assessorato e con la deputazione regionale, affinché le criticità e le proposte, che come CNA Fita abbiamo sottolineato e avanzato, trovino soluzione e applicazione”.
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