I rischi di incorrere in nuovi virus che potrebbero infettarci “sono proporzionali agli squilibri che creiamo negli ecosistemi”. I cinghiali, il cui habitat naturale un tempo era il bosco, vivono ormai da anni in città. A Roma, per la precisione. Ma per sperare che qualcosa venga fatto si è dovuta aspettare la minaccia della peste suina, rintracciata per la prima volta a inizio anno in Piemonte e il 5 maggio nella capitale.
IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
La peste suina africana (Psa) è una malattia virale che colpisce suini e cinghiali. È altamente contagiosa e spesso letale per gli animali, mentre non è trasmissibile agli esseri umani, tuttavia, il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf) ha deciso di nominare Angelo Ferrari come Commissario straordinario per contrastarne la diffusione. La peste suina, rassicura il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, “non è pericolosa per l’uomo ma per un comparto economico che fattura oltre 7 miliardi”.
LA ZONA ROSSA
Dopo i primi casi segnalati a gennaio era stata circoscritta un’area di sorveglianza dal Piemonte alla Liguria, ma la comparsa di cinghiali infetti anche a Roma ha portato due giorni fa a istituire una zona rossa fino al 31 agosto.
Rispetto a quella stabilita poco prima dall’ordinanza del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la “zona infetta” è stata ulteriormente allargata, come già auspicato dalla Commissione europea, a causa di “un nuovo caso a ridosso del confine”, ha spiegato Ferrari.
Qui di seguito il link alle Misure di prevenzione della peste suina africana nella Regione Lazio
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