Nota stampa congiunta di CNA provincale e Confesercenti provinciale.
Sulla “Notte Rosa” servirebbe avere, per una corretta valutazione, un approccio lucido ed in grado di evitare giudizi di pancia. Già perché è bene dirlo, altrimenti qualcuno se lo dimentica, la “Notte Rosa” è un brand riconosciuto in chiave nazionale ed internazionale capace di far parlare del nostro territorio, di veicolare un’immagine festosa e soprattutto di dare opportunità a tante imprese di realizzare fatturati, in particolare modo a tutto quel mondo legato al turismo ed ai servizi connessi che noi rappresentiamo.
Gastronomie, bar, chiringuiti, piadinerie, gelaterie, ristorazione sono solo alcuni tra i settori che anche con questa edizione hanno lavorato molto bene, come succede sempre con i grandi eventi. Il Tour de France, Il Giro d’Italia, gli eventi fieristici, i grandi eventi musicali e sportivi ci ricordano come il nostro sistema economico legato al turismo possa beneficiare di tutto l’indotto che si crea con l’organizzazione di grandi iniziative. E la “Notte Rosa” è a tutto titolo uno dei grandi eventi della nostra Riviera, un evento che nel tempo si è allargato su tutta la costa perché evidentemente altri territori hanno intuito delle opportunità di crescita e di visibilità.
Ci sono delle criticità? E’ vero ma analizziamole con lucidità. Siamo sicuri che alcuni problemi di ordine pubblico siano legati solo all’evento del primo week end di luglio? O piuttosto quelle che conosciamo, per esempio, come “baby gang” sono fenomeni sociali da affrontare cercando di capirne le cause, con la “Notte Rosa” che diventa solo un pretesto, come potrebbero essercene altri, per ritrovarsi e sentirsi liberi di fare quello che si vuole ed in alcuni casi anche al di sopra delle regole. Se questo è il problema affrontiamolo seriamente.
Serve poco a tutti noi accomodarci in curva e polarizzare le posizioni, essere pro o contro. Serve invece una seria analisi su cosa abbiamo tra le mani e di come valorizzarlo. La “Notte Rosa” è un prodotto maturo? Bene, allora cerchiamo di capire tutti insieme come cambiarla, individuiamo le modalità per intercettare solo i target che ci interessa coinvolgere e soprattutto come tagliare fuori, questo sì, chi viene in Riviera creando problemi di ordine pubblico e di come far diventare questo approccio una costante per ogni grande evento.
Pensare di risolvere questa criticità eliminando la “Notte Rosa” equivale a dare una risposta semplice ad un problema complesso. La capacità di elevare il livello complessivo della nostra offerta turistica passa dal chiudere la “Notte Rosa”? A noi sembra una scorciatoia a cui rasserena credere, portatore magari di un consenso immediato dettato da parte chi legittimamente lamenta delle difficoltà. Ma poi chi lo racconta agli imprenditori che ogni giorno alzano la serranda con il dovere di far quadrare i conti?
La complessità spaventa ma è responsabilità di noi tutti confrontarci con essa perché non la si governa individuando un nemico, un totem da combattere ma mettendo in campo uno sforzo collettivo di lucida analisi su tutti i fattori in campo con l’obiettivo di fare il bene di tutto il nostro territorio provinciale.
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