A Bolzano e provincia nei primi cinque mesi di quest’anno sono aumentate le imprese artigiane. Hanno sfondato il muro delle 14mila unità passando da 13.994 a 14.137 imprese. Dopo mesi densi di dati negativi, quindi, emerge finalmente un dato positivo dal rapporto periodico dell’Istituto di ricerca economica della Camera di commercio di Bolzano. E a scovarlo è stata CNA-SHV.
Ottima la performance del comparto edile: tra le nuove imprese risultano 15 muratori, 7 aziende di movimento terra, 3 elettrotecnici, 19 pittori, ben 40 ditte di altri settori delle costruzioni. Crescono anche i mestieri legati ai servizi (+8), gli estetisti (+13), la manifattura (+11), i sarti (+11). In calo invece i falegnami.
“Il quadro complessivo dal rapporto mensile Ire di giugno – commenta Claudio Corrarati, presidente di CNA-SHV – dimostra che la pandemia sta valorizzando i mestieri del saper fare, frutto di elevata competenza e conoscenza anche tecnologica. L’artigianato, fatto di micro e piccole imprese, si sta confermando una concreta opportunità di lavoro autonomo e dipendente anche durante la peggior crisi economica dal periodo bellico ad oggi. Ogni azienda neonata in poco tempo riesce a dotarsi di collaboratori, pochi ma buoni, con cui il datore di lavoro intreccia un rapporto molto forte tanto che, quando si va in una bottega, si fatica a distinguere il titolare dal dipendente, visto che entrambi lavorano in sintonia. Questi dati debbono far riflettere la politica e il mondo della formazione affinché le scuole siano sempre più in linea con le necessità occupazionali dell’artigianato, affinché i giovani vedano questo tipo di impresa come un concreto investimento personale e professionale, affinché le Istituzioni, anche quelle bancarie, creino le condizioni migliori per far nascere e consolidare le imprese artigiane in Alto Adige”.
Una riflessione sui mestieri in calo, come i falegnami: “Il boom dell’edilizia artigianale, confermata anche dai 241 posti di lavoro in più in un anno nel comparto registrati dall’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro, dovrebbe coinvolgere anche i falegnami che, opportunamente aggiornati, darebbero un contributo sostanziale all’edilizia green attraverso i manufatti in legno. Più in generale, la crescita dell’edilizia richiede il massimo sostegno possibile a strumenti come il Superbonus 110% che, oltre a dare lavoro alle nostre imprese, agevolerebbe la transizione ecologia delle costruzioni verso un modello di piena sostenibilità.
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