CNA chiede al Governo che anche i fotografi, beneficino dei contributi a fondo perduto e delle agevolazioni previste dal Decreto Ristori.
L’attività fotografica, infatti, è sempre ufficialmente proseguita durante il periodo di emergenza sanitaria, ma di fatto, il settore della fotografia, che ha la sua ragione d’essere nel rappresentare eventi pubblici e privati, è rimasto invece sostanzialmente fermo, in quanto la sua clientela di riferimento era nell’impossibilità di operare.
L’esempio più eclatante, è quello dei matrimoni, analogo discorso può essere fatto per tutti gli altri tipi di cerimonie e altri eventi che prevedono la partecipazione di pubblico.
“Tutti i fotografi – afferma il portavoce dei fotografi CNA, Antonio Barrella – hanno dovuto continuare a pagare le utenze, gli stipendi di dipendenti e collaboratori e le spese base di manutenzione degli studi e dei locali nei quali prestano la loro attività a fronte di un fatturato più che dimezzato ed in parecchi casi addirittura praticamente nullo”.
Inoltre, l’indennità prevista per i mesi di marzo e aprile è stata rilasciata solamente ad alcuni professionisti. Infatti, i fotografi iscritti contemporaneamente all’Inps come artigiani e ad una cassa professionale privata, non hanno potuto accedere all’indennità e non hanno ricevuto nulla.
A fronte di questa oggettivamente drammatica situazione, non si comprende la ratio che ha portato l’Esecutivo ad escludere dal Decreto Ristori le attività fotografiche con codice Ateco 74.20.
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