Il problema del commercio prima che economico è sociale. Se chiudono i negozi le nostre città si spengono, vengono meno luoghi d’incontro, luoghi veri dove relazionarsi. E’ questo l’allarme lanciato da CNA e dagli amministratori intervenuti al convegno sul commercio e le nuove sfide globali organizzato da CNA Rimini presso Sala del Buonarrivo a Rimini. Dai contributi di Cristiano Tomei, Responsabile CNA Nazionale Commercio e Turismo e di Roberto Masi Presidente regionale di CNA Commercio e Turismo emergono come fattori di criticità siano la grande distribuzione e i grandi player on line.

Dopo la concorrenza dei centri commerciali oggi il commercio di vicinato, fondamentale per la comunità, subisce quella dei negozi on-line. Un lotta impari e sleale con i colossi del web che vedono tassati i propri ricavi solo del 2,7%. L’e-commerce può essere una risorsa fondamentale per aumentare la presenza sul mercato, soprattutto per il settore del commercio, ma per renderlo efficace e funzionale alle micro e piccole imprese deve essere regolamentato in modo equo ed etico con un intervento normativo di carattere europeo che definisca le reali condizioni di competitività tra le multinazionali e le piccole imprese artigianali. La ripresa del commercio parte quindi da una giustizia fiscale, altrimenti il rischio è che i negozi fisici diventino sempre piu’ cabine di prova dei negozi virtuali. Questo è il punto di partenza. 

Poi serve un cambio di passo senza mettere in discussione l’opportunità delle aperture domenicali, perché le piccole-medie imprese, dalla deregulation del 2012, in questi anni non solo hanno saputo adeguarsi virtuosamente alla normativa ma hanno investito pesantemente per poter offrire uno shopping festivo di qualità nei centri urbani pedonalizzati, autentici centri commerciali naturali. Lo shopping Tourism all’estero funziona, in Italia solo per i grandi centri commerciali e Outlet poiché i tour operator spesso solo da questi riescono a ricavarne una provvigione. Portare gli stranieri dello shopping nei centri urbani è una delle nuove sfide. 

A Rimini poi serve valutare seriamente l’apertura domenicale mentre in tutti i centri della provincia anche ridefinire gli orari di apertura per interpretare al meglio le esigenze dei clienti. Obiettivo riequilibrare il rapporto tra grande distribuzione organizzata e piccolo commercio.

La legge Bersani, non è un totem. Se è stata nel recente passato un impulso ora però andrebbe rivista perché il mondo è cambiato. Se non è possibile mettere in discussione la contingentazione delle licenze si potrebbe però orientarne il suo sviluppo. Da Rimini parte l’idea lanciata da Cristiano Tomei di mappare la città per capirne le effettive esigenze merceologiche per poter orientare in qualche modo le nuove aperture attraverso una serie di premialità fiscali comunali. 

In definitiva è emerso come per contrastare la desertificazione commerciale dei centri cittadini servano sempre interventi di valorizzazione e riqualificazione complessiva delle aree commerciali, incentivando i negozianti a creare sinergie con altre attività, tipiche, artigianali, artistiche, utili a impreziosire quei territori laddove multinazionali e grandi gruppi difficilmente arrivano. Il Piccolo Mercato di Natale di CNA di Rimini, a fianco del Teatro Galli in via Poletti va in questa direzione. I potenziali consumatori debbono poter fruire di un contesto cittadino attrattivo e rinnovato, in grado di contendere ai grandi centri commerciali che circondano le nostre città quella quota di mercato familiare che impiega il weekend non solo per fare spesa, ma anche per scrutare le tendenze del momento, per conoscere i prodotti innovativi e scoprire i nuovi sapori, oppure, più semplicemente, per passeggiare in un ambiente che rappresenta la più autentica manifestazione di vita collettiva.

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