L’Unione di Mestiere CNA Costruzioni sabato 25 gennaio ha incontrato l’On. Tiziano Arlotti, Deputato riminese e componente della VIII Commissione – Ambiente Territorio e Lavori Pubblici.
CNA Costruzioni, per voce del suo Presidente provinciale Maurizio Baldacci e della Responsabile provinciale Loretta Villa, ha illustrato i principali problemi che affliggono un settore in gravissima sofferenza: In particolare, si è chiesto all’On. Arlotti di fare il punto sul percorso della legge che dovrebbe regolamentare tutto il settore, una normativa attesa da anni – se ne parla già dalla XV legislatura, siamo alla XVII – la cui esigenza è divenuta ancora più pressante a causa della devastante crisi che ha colpito l’edilizia, con la chiusura, anche nel nostro territorio, di centinaia di imprese e la perdita di migliaia di posti di lavoro. Il tutto aggravato dalle difficoltà sempre crescenti ad ottenere credito bancario, al peso della burocrazia, al regime degli appalti pubblici dove la regola del massimo ribasso ha prodotto effetti deleteri, alla fiscalità sui beni immobiliari che ha raggiunto livelli mai conosciuti, al faticosissimo recupero dei crediti a causa della lentezza e della contraddittorietà dei procedimenti giudiziari, in particolare quelli di tipo fallimentare.
Nelle sue risposte, l’On. Arlotti ha ricordato di essere fra i primi firmatari – il 15 marzo 2013, appena insediato in Parlamento – del provvedimento di legge che riguarda la difesa del suolo, le zone e aree edificabili, il risanamento urbano. Arlotti è stato poi fra i co-firmatari della proposta di legge per il Rilancio dell’edilizia residenziale pubblica, nell’ottobre scorso.
“Siamo riusciti a incardinare la regolamentazione del settore – ha detto Arlotti – nelle proposte di legge che ho firmato e che ora stanno riprendendo speditamente i loro percorsi, dopo ritardi dovuti anche a emergenze ambientali come le alluvioni e l’Ilva. Lo scopo dei provvedimenti è mettere ordine in settore dove ogni equilibrio è stato stravolto. E’ finito un modello di sviluppo basato sull’espansione immobiliare e sul consumo di territorio, dove operavano soggetti di qualsiasi tipo senza nessuna verifica sui loro requisiti professionali. Le nuove norme, invece, puntano al recupero del patrimonio immobiliare esistente e alla sua rigenerazione dal punto di vista energetico e della sicurezza, a cominciare da quella anti-sismica. Ma non deve essere più possibile un far west dove chiunque può inventarsi imprenditore edile. Vogliamo criteri certi di qualità e professionalità. Per il loro livello di specializzazione, le piccole e micro imprese ne saranno avvantaggiate sul mercato, garantendo una concorrenza più trasparente. L’Italia è rimasta con Spagna, Portogallo, Grecia e Regno Unito, a non avere una disciplina per l’accesso all’attività edilizia. Per puntare, come dobbiamo, alla qualità, ci vogliono requisiti certificati dai quali non si può prescindere”.
“Le nuove norme quando nel 2017 andranno a regime – ha ricordato Arlotti – non consentiranno più di impermeabilizzare un solo centimetro quadrato di terreno, a meno che se ne liberi altrettanto da qualche altra parte. Inoltre, le nuove abitazioni dovranno essere a impatto energetico pari a zero, se non in grado di produrre essere stesse energia in più. Il che avrà effetti non indifferenti sul settore. Nel frattempo, siamo riusciti a dare stabilità agli incentivi per chi riqualifica in energia e sicurezza. A questo proposito è stato importante aver inserito anche le zone sismiche a rischio medio, come la nostra, fra quelle che possono usufruire delle maggiori detrazioni, quelle del 65%”.
Arlotti ha anche sottolineato di aver sollecitato i Comuni – durante un incontro col Presidente dell’Anci Piero Fassino – ad avvalersi delle possibilità offerte dalle leggi per attribuire i lavori pubblici di minore entità – che poi sono il 90% del totale – attraverso procedure di trattativa privata e non attraverso bandi che spesso – essendo vinti con offerte che poi si rivelano insostenibili per le imprese che se li sono aggiudicati – finiscono per ritardare enormemente, se non per vanificare l’opera: “I dirigenti comunali devono anche prendersi le loro responsabilità: in alcuni luoghi lo fanno e in altri no, aumentando così le disparità e le incertezze”.
Sulle gare al massimo ribasso, Arlotti ha sottolineato che nelle proposte di legge viene previsto che il costo del lavoro in tutte le sue componenti – trasferte, vitto, ecc – sia estrapolato dall’entità dell’offerta, “perché altrimenti le storture resterebbero inevitabili”.
“La riqualificazione del nostro patrimonio edilizio, secondo i dati del Cresme – ha continuato Arlotti – può mettere in moto investimenti per 20 miliardi di euro. La maggior parte dei quali andrebbero proprio alle piccole e micro imprese, quelle maggiormente specializzate in questo tipo di interventi”. Sul fronte della burocrazia, Arlotti ha confermato che l’istituzione del Distretto Turistico “a burocrazia zero” per la costa romagnola è ormai sulla dirittura d’arrivo: “Saremo fra i primi in Italia a usufruire di questo modello. Lo snellimento delle procedure attraverso sportelli unici e facilitazioni anche sul versante del credito, potranno dare un impulso importante non solo al turismo, ma naturalmente anche a tutto il settore delle costruzioni”.
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